抖阴社区

                                    

«E perché non ha un bel rapporto con i suoi?»

«Questo non spetta a me dirlo» conclude Nick.

Apro bocca per cercare di convincerlo di nuovo, ma dalla cucina si sentono dei rumori molto forti. Scappiamo entrambi fuori dalla mia stanza e raggiungiamo Sebastian, che apre le dispense e lascia cadere a terra piatti, bicchieri, qualsiasi cosa abbia sotto tiro. Ha il viso rosso, i capelli neri scompigliati... É pure a piedi nudi e rischia di farsi del male. Continua con insistenza, a ogni piatto rotto grida nella speranza di liberarsi di un dolore che si porta dietro. 

«Seb smettila» corre Nick in suo soccorso.

Si spazio tra i cocci di vetro e porcellana e si aggrappa alle braccia dell'amico per fermarlo. Io resto ferma, immobile, con gli occhi spalancati per la scena alla quale sto assistendo... Non spetta a me dirgli qualcosa, non lo conosco nemmeno. E sono certa che non gli farebbe nemmeno piacere.

Nick continua ad aggrapparsi alle sue braccia ma Sebastian, essendo più muscoloso, si libera senza troppi sforzi e afferra l'ennesimo bicchiere, facendolo schiantare a terra. 

«Sebastian smettila, ti prego, non risolvi nulla così» insiste Nick.

Sebastian non lo sente. Ha lo sguardo perso nel vuoto.

«Nick spostati da lì, rischi di farti del male» lo avverto.

«Seb non ha senso, non ha senso perdere la testa per i tuoi genitori, lo sai meglio di me che non ne vale la pena...» continua Nick.

«Levati dal cazzo» lo spintona via Sebastian.

Nick barcolla ma torna a riprendere forza sulle braccia dell'amico. 

«Tu non sei questo tipo di persona, sai che puoi farti scivolare addosso ogni parola, lo sai. Lo hai fatto per anni» sempre Nick.

Sebastian deve essere stufo del suo amico, perché ad un certo punto lo guarda dritto negli occhi e lo spinge via con tutta la forza che ha. Nick cade a terra, colpendo la schiena su una sedia e la mano sul pavimento pieno di cocci di vetro. 

Corro subito verso di lui per aiutarlo ad alzarsi in piedi.

«Ma che diavolo hai in quel cervello? Hai appena fatto del male a una persona che vuole solo il tuo bene» rispondo male a Sebastian, dopo l'ennesimo bicchiere e le schegge di vetro che volano nella nostra direzione. 

Nick ha la mano sanguinante, ha preso una scheggia molto grande sulla mano. 

Sebastian continua a non sentire.

«Vai in bagno, arrivo tra qualche secondo ad aiutarti con la mano» dico a Nick.

Lui sembra sconvolto.

«Non si è mai comportato così con me...» tiene lo sguardo fisso su Sebastian. 

«Ti aiuto io» mi alzo in piedi e uso tutte le forze che ho per aiutarlo ad alzarsi. 

Si tocca la schiena per riflesso al dolore e cammina lentamente verso il bagno, senza però prima guardare di nuovo Sebastian. Mi sale il nervoso a vedere il disastro che ha creato, la sua cocciutaggine e il trattamento che ha riservato a Nick.

Mi avvicino a lui e gli tiro uno schiaffo sul braccio.

«Vagli subito a chiedere scusa» insisto innervosita.

Sebastian si volta verso di me, mi fa paura. Ha lo sguardo pieno di rabbia, se volesse potrebbe benissimo lanciarmi dall'altra parte dell'appartamento senza dire una parola. Ma tengo serrati i pugni e penso che non lo farebbe mai. Non deve averne il coraggio.

«Che cazzo vuoi tu?» chiede.

«Hai fatto del male a Nick. Era qui solamente per aiutarti. Ti sei comportato come un coglione senza palle e hai fatto del male a un tuo amico... É sconvolto» spiego.

«Che cosa ne sai tu?»

«Che cosa ne so? Pensi davvero di riuscire a superare i tuoi cazzo di problemi rompendo qualche bicchiere o piatto? Lanciando a terra uno dei tuoi migliori amici? Perché a me queste sembrano tutte le vie di fuga di una persona senza un briciolo di cervello» afferro il piatto che tiene in mano e glielo strappo dalle mani:«Piuttosto che riflettere sui tuoi pensieri, piuttosto che sentire le parole di Nick, sei qui. Fermo come un cretino con dei piatti in mano. Wow, hai risolto sicuramente i tuoi problemi nella vita» 

Sebastian continua a spostare lo sguardo da me al piatto, senza freni. Poi stringe la mascella e se ne va via, spintonandomi con la spalla. Resto immobile finché non sento la porta della sua stanza chiudersi e allo stesso tempo si apre anche quella dell'appartamento. 

«Cosa cazzo è successo?» chiede Vinnie. 

«Sebastian...» sussurra Albert.

Non deve essere nemmeno la prima volta che succede, quindi. 

«Andate ad aiutare Nick in bagno... Ci penso io qui» suggerisco ai due.

«Nick?» chiede Albert correndo in bagno. 

Vinnie invece resta sulla soglia della porta. Sento i suoi passi sul pavimento fino al frigo... Lo apre e prendere un paio di birre. Lo vedo dalle sue guance arrossate che non sta proprio benissimo, barcolla per la stanza quindi deve aver bevuto parecchio. 

«Forse non ti fa bene bere altro» gli consiglio.

«Forse abbiamo tutti i nostri modi di affrontare i nostri problemi» è la sua risposta. 

PAUSE - Vinnie Hacker.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora