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PAUSE - Vinnie Hacker.

By niniisnotmyname

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Bethany si trova in crisi con la sua relazione. Scopre il tradimento del proprio fidanzato e gli propone di p... More

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PAUSE II

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By niniisnotmyname

Tante sono le parole che non hanno la fortuna di trovare una via d'uscita dalla nostra testa. Ma certe volte la soluzione migliore è quella di lasciare che il destino faccia il suo corso. Il mio lo sta facendo in questo momento che sono arrivata in aeroporto, con i miei borsoni e senza un cellulare in mano, ho preferito lasciarlo a Vinnie visto che è suo. 

«Sei sicura?» chiede Albert. 

Ha insistito ad accompagnarmi, non potrei essergli più grata, non me la sarei sentita a stare qui da sola in aeroporto. Claire sarà qui a momenti, l'ho dovuta avvertire, non posso lasciare la mia migliore amica qui senza nemmeno farle sapere che non ci vedremo per un po'. 

«Sì»

Ed eccomi qui, con i borsoni ai piedi, circondata da così tanti sconosciuti che sembrano avere chiara la direzione da prendere nella loro vita. Anche io ho chiara la mia, abbandonare gli studi e tornare a casa, pronta a mettere a posto ciò che non va bene e ricominciare da zero. 

«Sarà così strano andare in università senza di te, non mi sarei mai aspettato che tutto si concludesse in questo modo» confessa Albert. 

«Vorrei tanto avere la forza di restare, ma vedere Cole ogni giorno, Monique con le sue provocazioni e Vinnie...» mi blocco appena pronuncio il suo nome. 

«Perché non ne avete parlato prima?» mi domanda.

«Perché non c'era molto di cui parlare. Io volevo tornare con Cole, lui con Monique, non sapevo che ci fossero delle cose in sospeso tra di noi... Sono venute fuori solo oggi» spiego. 

«Eppure non sembra così, sembra che abbiate molte cose da dirvi» pensa lui passandosi le mani tra i capelli. 

«Non più ormai, la situazione è già stata chiarita» concludo.

«Tu cosa provi per lui?» è diretto. 

Se lo sapessi, non me lo starei chiedendo da giorni. La verità è che quando sono con Vinnie provo qualcosa di così diverso, non mi è mai successo. Non sento pressione a stare con lui, le nostre conversazioni sono così naturali, così come i baci che ci siamo scambiati, come se fosse così da sempre, come se ci conoscessimo da una vita. Con Cole non era così, inizialmente la paura di dire le cose sbagliate mi tormentava, avevo ansia a uscire con lui perché non volevo rovinare nulla. Con Vinnie no, mi sento così a mio agio e allo stesso tempo così confusa da questa tranquillità che... Non so nemmeno come comportarmi. Non so se per lui è lo stesso. 

«É un mio amico» mento ad Albert. 

Per quanto so che lui sia in grado di capirmi, è anche il migliore amico di Vinnie e non vorrei mai che lui venisse a sapere della mia confusione. 

«Non sembrava molto» ride. 

«É così» mento di nuovo.

Albert mi guarda per qualche istante come per capire se sto mentendo:«Meglio così»

«Meglio, sì» non ne sono per niente convinta. 

«Anche perché giusto ieri abbiamo parlato del futuro, di lui e Monique e mi sembrava molto convinto a trovare il modo per tornare con lei, con la tattica del "ti ignoro, faccio finta di odiarti e poi quando sono sicuro che mi vuoi, torno con te". Gli ho detto che non finirà bene, ma ormai lo conosci, non mi ascolta mai» mi racconta. 

Lo sapevo. 

Lo immaginavo. 

«Spero per lui che apra gli occhi, anche se fa male» confesso. 

«Tu ti meriti di meglio, devi solo darti il tempo di aprire gli occhi e guardarti bene attorno»Albert appoggia il braccio dietro la mia sedia e mi spinge verso di sé per un abbraccio. Non mi tiro indietro, anzi, mi lascio scaldare dalle sue braccia.

Questa città sarebbe così grigia senza Albert. É stato uno dei pochi a capirmi fin dall'inizio, a stare dalla mia parte quando i ragazzi nemmeno mi volevano in appartamento e gliene sarò sempre grata. Anche il fatto che si sia offerto di accompagnarmi in aeroporto, conta molto per me. Mi dispiacerà non vederlo più.

«Anche tu, Al. Ti meriti di avere una bella persona al tuo fianco, spero che tu riesca a conquistare la ragazza che non mi hai ancora fatto vedere» gli dico.

«Mi hai chiamato Al per la prima volta, proprio adesso che te ne stai andando?» sorride. 

«Dovevo farlo prima o poi» ricambio:«Consideralo come un mio porta fortuna per la tua futura ragazza»

«In qualche modo lo farò, non sono molto bravo, ma penso di aver imparato qualcosa da te» sorride. 

Ricambio il sorriso con la speranza che ci riesca per davvero. 

«COME DIAVOLO TI É VENUTO IN MENTE DI PARTIRE E ANDARTENE VIA DA NEW YORK» è la voce sottile e carica di rabbia di Claire. Cammina con lo chignon in testa che galleggia a ogni passo, ha il viso rosso per la corsa che ha fatto... O forse per la rabbia, non saprei:«TU ADESSO PRENDI LE TUE COSE E TE NE TORNI IN APPARTAMENTO, TI LASCIO LA MIA CAMERA»

Claire è così adorabile, persino quando è arrabbiata. 

«Claire...»

«No, non mi interessa niente della stronzate che stai per dirmi, perché sì, sono stornate» si china per prendere in mano le borse:«Tu ora torni a casa con me, troveremo un posto in cui farti stare e sarà pazzesco»

«Voglio tornare a casa» la fermo:«Non è solo per Cole, non voglio più stare qui, non sono felice»

«Lo sai vero che stai buttando tutto nel cesso per un testa di cazzo che crede di essere Dio sceso in terra? E lo sai che crederà di esserlo ancora di più vedendoti andare via?» cerca di spiegarmi. 

«Non è solo per Cole, voglio prendermi del tempo per decidere che cosa farmene del mio futuro... Mi sento così confusa, riguardo a qualsiasi cosa che riguardi me. Stando qui non riesco a  capire che cosa sia meglio per me, che cosa mi renda felice, che cosa io voglia fare. Non ce la faccio, voglio tornare a casa e pensarci su» spiego.

«E perdere un anno?»

«Abbiamo tutti i nostri tempi, si vede che per me deve andare così»

«Dille qualcosa, Albert» dice Claire. 

«Ho provato, ma non mi ascolta» risponde Albert. 

«Allora vuol dire che non ci hai provato abbastanza» risponde Claire.

«Claire» cerco di calmarla:«Non so nemmeno io quanto tempo potrebbe volermici. Potrei capire di voler tornare qui tra una settimana, non so nemmeno io che cosa succederà»

«Lo spero per te» si arrende lei:«Ci siamo promesse di portare a termine l'università insieme, trovare dei ragazzi newyorkesi e innamorarci»

«E rispetterò la nostra promessa, solo ho bisogno di tempo» le prendo la mano.

«Se non ti vedo qui tra una settimana, torno i Ohio e ti porto via con la forza» mi abbraccia. 

«Va bene» ma non glielo lascerei mai fare. 

La stringo forte a me, sperando di rivederla molto presto. Lei, Al e Vinnie sono state le uniche persone su cui ho potuto contare qui, mi dispiace essere una delusione, ma stare qui non mi fa bene. Devo prima capire me stessa, poi, forse, tornare. 

La voce metallica dell'aeroporto chiama il numero del mio volo e invita i passeggeri a presentarsi al Gate. Così saluto entrambi e prendo le mie borse. 

«Fai in modo di farmi sapere appena arrivi a casa» mi raccomanda Claire. 

«Va bene» dico:«Ci vediamo presto»

Mi volto e mi incammino con lentezza verso i gate. Non riesco a respirare con tranquillità, mi sembra di sollevare un masso con il petto. Come se tutto questo non fosse giusto, ma so che lo è.  Mi dispiace solo aver chiuso in quel modo con Vinnie, ma non c'è stato modo di chiudere tutto diversamente visto che è sparito per tutto il pomeriggio. É uscito di casa poco dopo la nostra discussione, non si è più fatto vivo. Forse è così che doveva andare. 

Mi siedo al gate e mi guardo attorno, tutte persone che devono andare nella mia stessa direzione. Casa. 

Passano i minuti, manca ancora un'ora prima di salire in aereo, mi sono fatta accompagnare in anticipo per non perdere l'aereo. In realtà, più per evitare di vedere Vinnie... Non so come sarei stata in grado di sistemare le cose con lui. Cosa dovrei dirgli? Scusami, non è vero che mentre tu stavi pensando a Monique io stavo pensando a te e considerando l'idea di buttare via la relazione con Cole, per te? 

Che senso ha pensarci? 

Tanto ormai è tutto finito. 

Cole e Vinnie saranno solo un lontano ricordo. Parlerò di loro con Claire quando ci faremo due risate sui tempi dell'università. Solo degli ostacoli nella trama della mia vita. 

«Che diamine!» la persona al mio fianco alza la voce. 

Quando sposto lo sguardo sul quadrante, c'è scritto in grande: VOLO RIMANDATO PER BRUTTO TEMPO. Cosa diavolo vuol dire? Mi alzo in piedi e guardo in direzione delle finestre: temporali e pioggia con grandine. Ma se fino a poco tempo prima c'era solo una pioggerellina leggera... Cosa mi tocca fare adesso? Non ho nemmeno il cellulare con me per poter avvertire Claire. 

«Scusi, in che senso è stato rimandato? Di quanto?» domando alla hostess. 

«Al momento non sappiamo dirle con certezza, contatteremo la compagnia per farle avere un rimborso sul biglietto per i disagi che le abbiamo causato» risponde cortesemente.

«Non mi importa del rimborso, io devo partire oggi» 

«Come vede siamo impossibilitati dal brutto tempo»

«É solo un po' di pioggia» dico, in contemporanea a dei lampi e tuoni che mi fanno venire i brividi. 

La hostess guarda dietro di lei verso il cielo e poi torna da me con un sorriso:«Mi dispiace»

Mi dispiace, certo, dispiace anche a me. Le persone che dovevano salire sull'aereo con me cominciano a prendere le loro cose e spostarsi dal gate... Dovrei farlo anche io? Che cazzo di tempismo. Sono così sfigata che nemmeno un aereo riesco a prendere. 

Afferro le mie borse in mano e mi incammino verso l'uscita dell'aeroporto. Prenderò un taxi e mi farò portare da Claire, non c'è altra alternativa per me. 

Fuori fa un freddo assurdo e la pioggia picchia così forte che a momenti potrebbe spaccare i vetri delle auto. Mi posiziono nell'aerea dei taxi e allungo la mano per chiamarne uno. So già che mi costerà tantissimo, ma per fortuna i miei genitori sono stati in grado di mandarmi un po' di soldi, per ogni evenienza. 

L'autista si ferma e io mi chino al suo finestrino per chiedergli quanto tempo potrei impiegare per arrivare vicino a casa di Claire, essendo dall'altra parte della città. 

«Speravo di sbarazzarmi di te» la voce è familiare e quando guardo meglio, vedo Sebastian alla guida. 

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