抖阴社区

                                    

Dopo aver aperto la porta, mise la testa fuori e controllò che non ci fosse Yoongi in giro, era d'accordo sullo smettere di evitarlo ma avrebbe preferito non incontrarlo appena aperta la porta. Sul pianerottolo delle camere regnava un silenzio tombale, ipotizzò che il maggiore si trovasse di sotto a prepararsi il pranzo; difatti, sentì il rumore metallico di una pentola cadere a terra e il maggiore urlare.

«Cazzo» provenne dalla cucina del piano inferiore e subito Jimin si apprestò a raggiungere il luogo di provenienza di quel rumore, maledicendo il maggiore per avergli dato una ragione di correre da lui.

«Min, stai bene?»

Il corvino era piegato a terra, intento ad asciugare tutta l'acqua che era contenuta nella pentola. Acqua fredda ipotizzò Jimin visto che il fornello ancora non era acceso.

«Ti sei fatto male, Min?» chiese togliendosi le ciabatte e lasciandole all'ingresso della cucina «Aspetta, ti aiuto ad asciugare» aprì la porta del ripostiglio della cucina dove riponevano le scope, lo spazzolone e gli stracci per le faccende di casa, recuperò lo spazzolone e iniziò a passarlo per terra in modo tale da aiutare Yoongi il più possibile.

Non disse nulla Yoongi, si limitò a raccogliere gli stracci che aveva poggiato a terra, li strizzò nel lavandino per metterli poi a lavare in lavatrice, recuperò una nuova pentola piccola e a riempì d'acqua per la pasta.

«Ti spiace usare quella più grande? Che mangio anche io qualcosa» il maggiore si voltò sorpreso e lo guardò sorridendo senza chiedergli nulla. Avrebbe voluto chiedergli come stesse, se gli fosse passato il mal di testa, se fosse riuscito a studiare ma preferì tacere, recuperare la pentola e riempirla d'acqua.

«Mi pesi la pasta?»

Jimin annuì, aprì l'armadietto in legno e ne recuperò una confezione per poi mettersi a pesarne il prodotto.

«Tieni»

Nel giro di dieci minuti si ritrovarono seduti attorno al tavolo con un piatto di pasta al pesto fumante. Iniziarono a mangiare in silenzio, senza dirsi nulla, troppo impauriti dall'iniziare una conversazione. Yoongi non sapeva cosa chiedere, avrebbe voluto porgli fin troppe domande ma sapeva di non dover essere lui quello a iniziare la conversazione, avrebbe voluto fosse Jimin a farlo, a fidarsi di lui tanto da raccontargli cosa lo aveva turbato così, proprio come aveva fatto Yoongi con i suoi incubi; ma la decisione non spettava a lui.

«Yoongi...» Jimin decise di rompere quel fastidioso silenzio che li avvolgeva da ormai troppi minuti «...puoi non chiedermi niente su quello che è successo in questi giorni?»

Il corvino annuì, non poteva di certo costringerlo a parlare, però gli fece male. Ci rimase male perché avrebbe voluto saperlo, ricambiare il supporto di qualche giorno prima ma non disse nulla, si limitò a dargli retta e conclusero velocemente il pranzo.

«Come stai? Almeno questo posso chiedertelo?»

«Tutto bene, grazie» rispose freddo e Yoongi si innervosì, si alzò dalla sedia, recuperò i piatti e si chiuse in cucina per lavarli, alzò la musica facendo capire a Jimin che non voleva il suo aiuto.

[...]

Nei giorni successivi all'accaduto fra i due ragazzi la situazione non fu delle migliori.
I due non solo non parlavano dell'accaduto, proprio non si rivolgevano la parola come se avessero nuovamente issato fra di loro quel muro che erano riusciti ad abbattere con fatica, come se fossero tornati ai primi mesi di convivenza dove era una guerra continua a chi infastidiva prima l'altro.

Per fortuna, mancavano pochi giorni alla metà di febbraio e di conseguenza ne mancavano sempre meno all'esame di metà corso che Jimin doveva sostenere per psicologia sociale, quindi la sua testa e i suoi pensieri erano completamente dedicati a quello e spazio per Yoongi, non c'era.

Stuck with you || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora