抖阴社区

57.

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«Non importa quale tempesta abbiate attraversato e stiate attraversando, ora più che mai ha bisogno di te e quindi, Jimin, sii il suo rifugio.»

E la forza di quelle parole fu ciò lo fece alzare quella mattina, indossare un abito elegante in lino grigio, camicia bianca, scarpe nere e legare i capelli in una coda ordinata e gli diede tutte le energie per suonare al campanello di casa Min con l'agitazione in corpo.

Sapeva che quel giorno sarebbe stato uno dei più duri e dolorosi per Yoongi.

Per tutto il viaggio in auto penso e ripensò a cosa avrebbe potuto fare, a quali parole avrebbe potuto dirgli e al consiglio di sua mamma; decise che non sarebbe stato solo il suo rifugio, lui sarebbe stato qualsiasi cosa di cui Yoongi avesse avuto bisogno.

Si trovava difronte ad una piccola villetta molto carina il cui ingresso era rialzato dal marciapiede grazie a una scalinata di cinque gradini, sulla cui ringhiera vi erano dei vasi strabordanti di fiori colorati e Jimin subito si ricordò di quando Yoongi gli aveva raccontato della passione sfrenata di sua mamma per i fiori.

Il classico clack che stava ad indicare l'apertura della porta lo attirò fuori dai suoi pensieri e focalizzò l'attenzione davanti a sé, dove vi era una signora sulla quarantina dai lunghi capelli neri e i tratti occidentali, sullo sfondo invece, quello che doveva essere sicuramente il padre di Yoongi per la somiglianza del viso.

«Jimin, ciao! Vieni, entra pure! È un piacere conoscerti nonostante le circostanze non siano delle migliori!»

Il suo timbro di voce era molto caldo e profondo, simile a quello di Yoongi e il minore sorrise fra sé e sé la trovò davvero carina e dolce.

«Il piacere è mio, e sì, mi dispiace che siano queste le circostanze; anzi, ci tengo a dirvi che sia io che mia madre siamo molti dispiaciuti per l'accaduto e ci rendiamo disponibili per qualsiasi cosa abbiate bisogno. Abitiamo vicini e io resterò qua per qualche settimana, quindi davvero, per qualsiasi cosa basta uno squillo sul mio telefono!» Jimin si premurò di stringere la mano della signora Min, che gentilmente gli aveva porto pochi secondi prima, fra le sue mani e di carezzarle il palmo dolcemente.

«Ti ringraziamo di cuore, ma credo che di sopra ci sia qualcuno che abbia tanto bisogno di te, più di quanto riesca a dirti. Sono due ore che si sta preparando e sono certo al centoundici per cento che gli serva una mano per uscire da quella stanza... tutto questo è inaspettato e tanto difficile per lui, credo che tu lo sappia un po' meglio di noi perché avete convissuto durante questi mesi...»

Jimin annuì con un sorriso rassicurante, recepì il messaggio e inchinandosi leggermente, si incamminò verso le scale che, dal corridoio difronte all'ingresso, portavano al piano di sopra. Sulle pareti color crema, adiacenti alle scale notò tantissime foto di famiglia appese, ricordi in cui Yoongi era molto piccolo altri invece raffiguravano il giorno del diploma.

Arrivato sul pianerottolo, si trovò dinnanzi a tre porte che ipotizzò essere due per le camere e una per il bagno, ma non ci volle molto per capire che quella di Yoongi era quella con una ypsilon enorme incisa a forza su di essa. Inevitabilmente, ridacchiò scuotendo la testa difronte ad un gesto tipico di un ragazzo ribelle con la voglia di urlare al mondo qualcosa.

Si scrollò dalle spalle quella sensazione pesante di agitazione e si fece forza per bussare. Doveva essere forte per Yoongi, solo per lui e ci sarebbe riuscito.

«Yoongi—» bussò due volte sulla porta della sua stanza. Il legno scuro lo percepì ruvido al tatto, tanto che Jimin sperò gli aprisse subito per non dover bussare nuovamente, ma non dovette farlo perché pochi secondi dopo Yoongi apparve davanti a lui con i capelli arruffati, una camicia bianca indosso e una giacca fra le braccia.

Stuck with you || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora